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Anche se con modalità molto occasionali ho iniziato a produrre quadri.
Il primo quadro è stato un trittico realizzato negli anni ’70 che, durante i vari traslochi della mia famiglia è stato smarrito anche se certamente non sono stato io a ……….. perderlo.
Nell’anno 2005 durante i lavori di realizzazione del Nuovo Polo Fieristico di Rho-Pero nel quale sono stato coinvolto ho realizzato il quadro intitolato “Quelli che hanno fatto l’opera”.
Una ditta, mia Cliente, produceva pitture murali molto belle e, utilizzando i loro campioni e nell’anno 2012 ho iniziato a dipingere utilizzando pitture acriliche (ad es. Tramonto a S. Antioco)
Nella utopica programmazione del futuro della mia vita pensavo di iniziare a dipingere una volta andato in pensione dal lavoro.
In realtà, nell’anno 2012, a livello professionale, è scoppiata una crisi che altri avevano vissuto nell’anno 2008: devastante psicologicamente e alienante dal punto di vista economico.
Avevo due scelte: o impazzire per l’inedia o, comunque, inventarmi qualcosa. Ed ecco l’inizio della pittura.
Il primo quadro è stato un tramonto di S. Antioco (CA) utilizzando dei colori acrilici ad acqua su un pannello ligneo.
Dopo una prima e breve fase iniziale, in qualche misura figurativa (ndr: anche se non mi interessava la riproduzione puntuale, ho iniziato a rappresentare luoghi a me molto cari [ad. es. le rocce ed il paese di S. Antioco (CA)].
Sono passato, quindi, ad utilizzare i colori ad olio (sia freschi che in fase di essiccazione) rappresentando forme, volutamente astratte, allo scopo di riuscire, comunque, ad emozionare l’osservatore ed indurlo ad osservare il quadro. Osservare il quadro a distanza per poi indurre l’osservatore ad avvicinarsi, per scoprire che ciò che, a distanza, poteva essere ovvero sembrare altro ad es. una macchia di colore e che, in realtà, era tutt’altro.
Sin da subito ho avvertito le esigenze di dare volume al limite fisico, bidimensionale, della pittura senza utilizzare però la tecnica pittorica dello sfumato.
E su questo tema, ho realizzato alcuni quadri ad es. della serie “Art is”
E’ emersa poi , come altrettanto necessaria, anche l’esigenza di ridare un nuovo utilizzo a materiali vari quali ad es baccello di ??, conchiglie, spilli, o’rings in gomma.
Un altro aspetto che mi interessava, oltre a quello di dare tridimensionalità alla pittura, era anche quello di eliminare un altro limite fisico della pittura. Volevo dare “movimento” ai quadri. Sono nati così, ad es. i quadri nei quali ho utilizzato spilli di varie dimensioni e o’rings in gomma. I quadri sono stati concepiti, per essere completati con punti luce (spot ad occhio di bue) posizionati a distanza e quote differenti che ,con scansioni temporali predefinite ed alternate, illuminino il quadro. Gli o’rings posizionati a distanze differenti dalla tela, e con angolazioni spesso diverse da quella complanare alla tela, disegnano sulla stessa ombre, che modificano la realtà della visione del quadro sia istantanea che nel tempo.
Un altro aspetto che volevo approfondire era quello di utilizzare alcuni dei materiali utilizzati nella pittura (ad es. lo stucco per la preparazione delle tele ovvero i colori ad olio) non solo come elemento di finitura o di preparazione della tela o come indispensabile elemento decorativo, ma come veri e propri materiali plastici da modellare e adattare alle esigenze della composizione del quadro.
Per poter fare questo è stato necessario che la realizzazione dei quadri procedesse di pari passo alla fase di plasticità e di progressivo e successivo indurimento/polimerizzazione del materiale. A tal scopo sono stati creati dei sistemi di sostegno o di supporto a questi materiali affinché, una volta induriti o polimerizzati rimanessero nella forma o nella posizione prevista.
La successiva evoluzione è stata quella di utilizzare la pittura ad olio, opportunamente preparata in strisce e, successivamente polimerizzata, per farle assumere la forma desiderata.
Questo materiale, così preparato, poteva poi essere applicato alla tela ovvero inserito nel quadro.
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