Fotografie

Successivamente ho utilizzato con grande soddisfazione una Nikon F90X (2).

Ovviamente le fotografie scattate in quegli anni utilizzavano rullino fotografico e, di conseguenza, oggi non è possibile risalire ai dati di scatto e di impostazione della macchina fotografica. In molti casi ho utilizzato pellicole per diapositive; nei miei programmi riguardanti un prossimo futuro c’è quello di recuperare i miei scatti “storici” e di inserirli nel sito.

La fotografia è diventata per me un mezzo espressivo, vitale e di forte impatto emotivo, a partire dall’anno 2007, in occasione di un viaggio in India fatto insieme a tutta la famiglia; durante quella vacanza i trasferimenti sono stati effettuati con un autobus da turismo (ndr: nell’accezione “indiana” e, di conseguenza, ampiamente datato e, dunque, piuttosto vintage).

Per motivazioni correlate alla praticità di utilizzo e di portabilità della macchina fotografica, in quel viaggio ho utilizzato una Canon Digital IXUS 800 IS (3) e, di conseguenza, una fotografia, one shot.

In India la bellezza che pervadeva ogni dove, mi ha indotto ad avere l’esigenza, continua e prepotente, di documentare ogni cosa: i luoghi, la vita quotidiana, le persone, gli edifici, l’ambiente, ecc.

La necessità di “fermare” e documentare quanto vedevo, si manifestava con tale assidua e pressante continuità che, in pratica, l’intero viaggio di 2.000 km l’ho fatto in piedi, a fianco dell’autista. Moltissime fotografie sono state scattate dall’autobus e, molto spesso, quando il mezzo era in movimento lungo il percorso.

I miei occhi erano sempre incollati su quanto correva davanti o di fianco a noi. A volte, per raccogliere, in alcuni casi per “rubare”, in altri momenti per condividere, anche se a posteriori, momenti di una vita essenziale, differente e, comunque, sempre colorata e affascinante.

Pochissime sono state le fotografie che ho potuto scattare senza subire l’ansia che, quanto stavo vedendo e che volevo rappresentare, si sarebbe modificato l’istante successivo.

Lo scatto multiplo, ovvero a raffica di mitragliatrice, non mi era tecnicamente consentito ma, nemmeno, mi interessava: la situazione emozionante era il prevedere la scena e aspettare l’istante esatto, per fermarla nel tempo.

In quel contesto ovvero, in generale, la bellezza della fotografia era cogliere quello specifico e singolo << attimo fuggente >>, che tu avevi la possibilità di immortalare nel tempo.

Attimo che nessun quadro avrebbe mai potuto riproporre e che mai si sarebbe potuto ripetere. Il tutto immerso in una atmosfera quasi irreale: nessun regista avrebbe potuto ricreare a posteriori quella specifica magia ambientale.

Non ero io, né potevo esserlo, che creavo la situazione da fotografare, ma il naturale scorrere della vita. Certamente la mia capacità, ovvero il compito che mi ero assegnato, era quello di cogliere l’istante, ovvero di prevedere il momento esatto in cui la composizione che volevo riprodurre, si sarebbe manifestata e che immaginavo sarebbe diventata quella che ritenevo che sarebbe stata l’inquadratura della scena perfetta.

Ad es. vari anni dopo, ai primi caldi estivi, uscendo dal mio ufficio per una commissione, ho visto sul controviale del corso Vinzaglio una anziana signora che si accompagnava ad una giovane badante: entrambe erano vestite di bianco. E’ stata una fulminazione. Sono tornato in ufficio a prendere la macchina fotografica [una Canon EOS 450D (4)], le ho (in)seguite lungo il loro girovagare per il controviale, appostandomi dietro il tronco dei platani e aspettando di cogliere l’inquadratura e lo sfondo della fotografa, che ritenevo potessero essere quelli migliori.

Dopo 30 minuti di inutili reiterati appostamenti sono riuscito a fermare (ndr: o meglio, rubare) l’attesa inquadratura.

Oggi utilizzo una Canon EOS 800D (5).

Fra le differenti tematiche in cui ho suddiviso le fotografie ne è presente una, che ho denominato “ritratti”.

Fotografare il viso di una persona, può voler dire riuscire a fotografare se non la sua anima, certamente alcuni aspetti del suo essere.

Fotografate un viso sia di persona conosciute che di uno sconosciuto è certamente di mio grande interesse; in generale il viso di una persona presenta sempre un aspetto particolare, specifico, unico, spesso affascinante. E se il fascino non è legato alla bellezza o alla particolarità del volto, allora è l’anima, il vissuto del singolo che lo caratterizzano, e lo rendono unico e di grande interesse.

Non fosse altro che per la sua caducità, che è destinata a non lasciare traccia.

Eseguire un ritratto, in alcuni casi, vuol dire riuscire, anche se per pochi istanti, ad entrare in collegamento empatico con il soggetto, dallo stesso farsi sempre accettare e cogliere negli occhi e nell’espressione del viso il suo essere sereno, il nutrire fiducia nella persona che ti sta immortalando.

Le fotografie dei ritratti, ovviamente, non sono in vendita, se non dopo che è stato ottenuto il consenso scritto da parte della persona interessata; per quanto riguarda le fotografie degli adulti e dei bambini ho ritenuto opportuno indicare esclusivamente le iniziali dei nomi e dei cognomi; nel caso in cui le persone rappresentate siano degli artisti, a seguito di un loro consenso, ho invece riportato nomi e cognomi per esteso.

Per alcuni siti (ad es. i sassi di Matera), ovvero situazioni (ad es. manifestazione delle Frecce tricolori, fuochi di artificio), ovvero oggetti (ad es. le biete), ovvero immobili (ad es. il Battistero di Pisa, il Bundenstag di Berlino), ovvero contesti ambientali (ad es. Baia delle Zagare), ovvero persone (ad es. gli artisti) che ritenevo essere particolarmente significativi, ho provveduto a riportare numerosi scatti; queste fotografie hanno lo stesso titolo, che però è seguito da numerazione araba progressiva crescente, in modo tale da differenziare la singola fotografia dalle altre (ad es. Frecce tricolori 1 – Frecce tricolori 2 – Frecce tricolori 3, ecc. ecc.)

Da un circa anno ho iniziato a salvare le fotografie dall’iniziale formato JPEG all’attuale RAW; formato, quest’ultimo, che consente certamente di ottimizzare il risultato finale e di fruire, utilizzando software specifici, della possibilità di introdurre o di apportare quelle modifiche necessarie ad evidenziare alcuni aspetti del singolo scatto, ottimizzandone così il risultato finale.

(1) obbiettivo 2 – 22 mm e Vivitar 4.5 – 32mm
(2) obbiettivo AF Nikkor 28 – 105 mm – 1:3, 5 – 4,5D
(3) obbiettivo 5,8 – 23.2 mm – 1:2.8 – 5.5 – Zoom 4×15
(4) obbiettivo 28 – 200 mm – 1:3, 5 – 5, 6
(5) obbiettivo EFS 18 – 135 mm – Macro 0.39 m/1.3 ft